Le testimonianze dei pellegrini

LORIS da Milano:

“Ho partecipato al pellegrinaggio nel 2015 dopo essere stato invitato da alcuni fratelli polacchi conosciuti in Francia durante il pellegrinaggio Parigi-Chartres nel maggio dello stesso anno.
Nonostante un po’ di timore nell’affrontare questa esperienza “da solo”, pochi giorni prima della partenza mi sono deciso a prenotare l’aereo e partire per Varsavia.
Il pellegrinaggio si è aperto con la Santa Messa in una piccola chiesa di Varsavia, una delle poche risparmiate dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Dopo la Santa Messa ha avuto inizio la partenza verso il Santuario della Santa Vergine di Jasna Góra dove è custodito il quadro dipinto da San Luca, raffigurante la Madonna con il Bambino, tanto amato e venerato dal popolo polacco.
Il pellegrinaggio è vissuto in un autentico e tradizionale spirito cristiano. Ogni momento della giornata è speso al meglio: la Santa Messa quotidiana è il fulcro delle giornate di pellegrinaggio e la preghiera, con il Rosario, la catechesi e la meditazione, preparano, chilometro dopo chilometro, le anime a ricevere le grazie preparate per noi all’arrivo dalla Madonna Nera di Częstochowa. Ed è proprio così!
Il gruppo di cui ho fatto parte è guidato da Don Gregorio, un sacerdote santamente fiero di indossare la talare, sempre al servizio delle esigenze spirituali ma anche materiali del gruppo.
Non mancano durante il pellegrinaggio momenti di ricreazione sempre vissuti nel clima che si addice a un pellegrinaggio. Molto divertente è il torneo di calcio che si svolge uno degli ultimi giorni. Le gambe distrutte dai numerosi giorni di camminata rendono questo torneo uno spettacolo di comicità e goliardia!
La differenza linguistica non è stata motivo di noia e non mi ha certamente impedito di vivere intensamente il pellegrinaggio. Inoltre, la presenza di uno straniero al pellegrinaggio è stata fonte d’interesse per molti pellegrini. Ho conosciuto anche amici con i quali sono tuttora in contatto.
Una delle cose che più mi hanno colpito di questo pellegrinaggio è la devozione del popolo polacco a questo pellegrinaggio, che si tramuta nel rispetto e nell’ammirazione della popolazione verso i pellegrini. C’è, da parte degli abitanti dei vari paesi che si attraversano durante il percorso, una gara di solidarietà verso le migliaia di pellegrini che affrontano il viaggio. Per rendere al meglio l’idea una sera mi sono trovato a tavola a mangiare e bere in una modesta famiglia polacca e mi hanno trattato come un amico di lunga data.
Invito, quindi, chiunque voglia affrontare un pellegrinaggio che sia davvero cattolico, a recarsi in Polonia. Preghiera e penitenza sono le caratteristiche di un vero pellegrinaggio cattolico e in Polonia sicuramente le ho sperimentate. Lì la Madonna mediatrice di tutte le grazie ha sicuramente qualcosa da donare ai suoi figli.
La fatica fisica del pellegrinaggio è ripagata abbondantemente dalla gioia che si respira nella preghiera e nella fratellanza. È un momento di pausa dalle nostre preoccupazioni quotidiane e un’opportunità di ricaricarci spiritualmente per affrontare la tempesta che viviamo nel mondo difficile in cui viviamo”.

JAN:

: “Vale la pena. Finora ho partecipato tre volte: solo tre volte. Ogni volta però appena finito il pellegrinaggio cominciavo a sentire la nostalgia di esso. Mi mancava lo straordinario ritmo della preghiera, profondamente vissuta a contatto con Dio e con le meravigliose persone che ho potuto conoscere. Tutto ciò con la consapevolezza di seguire un cammino che da tanti anni viene frequentato dai pellegrini in cammino verso la loro Madre. Nonostante la stanchezza, i chilometri di cammino verso Jasna Góra passano velocemente!”

BARTOSZ:

: “Sono andato più volte e potrei scrivere molte cose buone, ma mi limito solo a qualche parola. La prima volta pellegrinavo con l’intenzione di trovare il lavoro dopo aver finito gli studi. A settembre mi chiamò un parente remoto, dicendomi che proprio dall’ottobre nella sua ditta si sarebbe liberato un posto e che avrebbero avuto bisogno di qualcuno con i miei studi. Semplice”.

PATRYCJA:

“Non avevo pianificato quel pellegrinaggio, era una cosa imprevista. Mi ha convinto un collega, durante un colloquio del tutto casuale. Certo, come donna, avevo un milione di domande e preoccupazioni: Con chi ci andrò? Dove dormirò? Non conosco nessuno!, ecc. E invece tutti questi problemi si sono risolti “da soli”. Poi anche lo stesso pellegrinaggio era una sorpresa: malgrado il grande caldo, tutto è andato bene.

Sono andata al pellegrinaggio con un’intenzione concreta, avveratasi molto presto (e anzi meglio di come sognavo!). Potrei chiudere qui il racconto, ma è proprio qui l’inizio.

Il tempo del pellegrinaggio e quello dopo di esso, era per me un periodo di grandi cambiamenti: per me sono essi il frutto più grande. All’inizio del pellegrinaggio ho partecipato per la primissima volta nella Messa Tridentina: e mi sono totalmente innamorata della bellezza della Liturgia Tradizionale. Ho conosciuto bravissime persone, il cui esempio rafforzò la mia fede e mi diede un ottimo ambiente per lo sviluppo spirituale. Ho cominciato ad avere il coraggio di esprimere la mia Fede nel modo che ritengo giusto, ad esempio coprendomi i capelli durante la S. Messa (soprattutto durante la nuova  Messa), ricevendo la Santa Comunione in ginocchio (talvolta essendo l’unica persona in chiesa che fa così: prima era per me un disagio troppo grande!).

Ci sono pure dei cambiamenti percepiti dai miei amici, partendo dal fatto che ho fatto fuori, totalmente e senza scrupoli, tutti i pantaloni che avevo. Ho rinunciato anche alle discoteche e al bere l’alcol. Sono riuscita a trasmettere ai miei amici i valori tradizionali, così che – grazie alla bontà di Dio – abbiamo potuto creare un gruppo di fedeli con la Santa Messa tradizionale. Per lo più, vi sono anche dei grandi miglioramenti tra i miei amici e parenti, grazie ai colloqui spontanei. C’è chi partecipa alle Messe tridentine, c’è qualche donna che si copre il capo nella chiesa, c’è chi ha rinunciato a usare i contraccettivi, chi adesso vuole avere più figli rispetto a ciò che pensava prima. L’elenco si potrebbe prolungare! E tutto ciò e solo la vetta di un iceberg!

Seguire il cammino del pellegrinaggio era per me il più bel tempo della mia vita. Ogni sera ne sento una nostalgia, ricordandomi il canto di Bogurodzica (il più antico canto polacco), durante il quale ogni volta il mio cuore cominciava a battere più velocemente…

Riassumendo: ne vale la pena!”